Università degli Studi di Napoli Federico II

Dipartimento di Studi umanistici

Sezione di Filologia moderna: italianistica, letterature europee e linguistica

 

 I nostri antenati


Alberto Cento

(Pollenza [Macerata], 1920 - Napoli 1968)

Lettore di italiano all’Università di Tolosa (1947-49), poi docente al Liceo Parini di Milano (1949-57); dal 1957 assistente all’Istituto Universitario Orientale; chiamato nel 1961 all’Università di Napoli come incaricato, quindi come ordinario di Lingua e letteratura francese

Alberto Cento si laurea a Roma nel 1945 con Pietro Paolo Trompeo con una tesi su Stendhal moralista. Già dai primi studi si evincono le linee della sua ricerca: perizia filologica con ricorso costante ai manoscritti, vivace intelligenza critica, argomentazione serrata. Nella sua produzione possiamo distinguere due fasi. Nella prima si dedica alla fine del secolo XVIII e alla prima metà del XIX, occupandosi in particolare di Condorcet. Diversi contributi riguardano Stendhal e i rapporti Italia-Francia, come i saggi «Fauriel agente del romantici italiani», «Un’ambasciatrice di Milano presso lo Stendhal: Teresa Kramer Berra» o «Un critico francese del Manzoni: Antoinette Dupin», di cui scopre l’esistenza in tre lettere di Fauriel conservate all’Institut de France. La seconda fase, che si può far cominciare intorno al 1960, a parte uno studio di grande interesse sulle due componenti, dotta e popolare, del teatro di Molière, è incentrata su Flaubert e sui voluminosi dossier di Bouvard et Pécuchet conservati nella  Bibliothèque municipale di Rouen, in vista di un’edizione critica del romanzo. Nel 1962 pubblica La «Dottrina» di Flaubert, sulla formazione e la persistenza della poetica della rivolta in Flaubert, che si mantiene sempre identica a se stessa per tutta la vita. Nel 1964 l’edizione critica di Bouvard et Pécuchet segna una svolta nella storia dell’esegesi flaubertiana. Cento è il primo a porre, per Flaubert, il problema del «migliore testo». Ricorda che il romanziere faceva copiare i suoi autografi, senza più interessarsene, e che l’edizione originale o pre-originale è fondata sul manoscritto del copista, alterato nel tempo da errori di trascrizione e di stampa, come dimostra il confronto con una ventina di pagine degli autografi, delle copie e delle edizioni originali: ogni edizione seria delle opere di Flaubert deve fondarsi sui manoscritti autografi e segnalare in apparato le varianti del manoscritto dei copisti o delle edizioni apparse quando Flaubert era in vita. Un lavoro «colossale», avvertiva, attende i flaubertisti per possedere le opere dell’autore in una veste filogicamente sicura, dai primi plans ai brouillons e ai manoscritti definitivi. Nel 1967 Il realismo documentario nell’«Éducation sentimentale», sulle fonti del romanzo, rappresenta un’altra importantissima tappa nella storia dell’esegesi flaubertiana. Rimaneva il volume II di Bouvard et Pécuchet, ma una morte prematura ha privato la francesistica di uno studioso che ha dato un impulso determinante alle ricerche su Flaubert e che ha tracciato un solco nel quale continuare a procedere.

Bibliografia essenziale. — Condorcet e l’idea di progresso, Firenze 1956; Stendhal, Il viaggio in Francia (Mémoires d’un touriste), a cura di A. C., Venezia 1956; La «Dottrina» di Flaubert, Napoli 1962 (2a ed., 1964); Gustave Flaubert, Bouvard et Pécuchet, édition critique par A. C., precedée des scénarios inédits, Napoli-Paris 1964; Molière. Appunti di lezioni, vol. I [e unico], Napoli 1965; Il realismo documentario nell’«Éducation sentimentale», Napoli 1967; Studi di letteratura francese, Napoli 1970 (il volume, postumo, raccoglie gran parte dei saggi apparsi in riviste e le dispense su Molière del 1965); Commentaire de «Bouvard et Pécuchet», publié par L. Caminiti Pennarola, Napoli 1973; Gustave Flaubert, Le second volume de «Bouvard et Pecuchet». Le projet du «Sottisier», édition par A. C. et L. Caminiti Pennarola, Napoli 1981.

[L. Caminiti Pennarola]


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19.1.2011