Università degli Studi di Napoli Federico II

Dipartimento di Studi umanistici

Sezione di Filologia moderna: italianistica, letterature europee e linguistica

 

 I nostri antenati


Bonaventura Zumbini

(Pietrafitta [Cosenza], 1836 - Bellavista di Portici, 1916)

Professore dal 1878 fino al pensionamento (1903) di Letteratura italiana all’Università di Napoli (dal 1877 alla Scuola di Magistero, dal 1880, come ordinario, alla Facoltà di Lettere e Filosofia), di cui fu anche rettore dal 1881 al 1183

Autodidatta, studia le lingue classiche e moderne e si forma nell’ambiente dell’Accademia Cosentina. Nel 1869, dopo un periodo di insegnamento, decide di dedicarsi esclusivamente agli studi, anche grazie alla notorietà procuratagli dagli elogi di De Sanctis (che lo aveva conosciuto, adolescente, a Cosenza) al suo saggio su Settembrini e nonostante la polemica sulla mancata comprensione del concetto di «forma», in cui De Sanctis inglobava il contenuto, senza escluderlo, come, con rammarico, riteneva Zumbini. E all’esame dei contenuti si sarebbe dedicato infatti lo studioso, che si schiera con la critica erudita. Soggiorna a Napoli e a Firenze e nel 1876 pubblica la raccolta di Saggi critici, che include due studi di letteratura inglese. Per interessamento di De Sanctis e Spaventa, è chiamato nel 1877 al Magistero di Napoli. Nella prolusione espone le linee del suo lavoro: dallo «studio dei codici» alla «recensione di testi», alla «ricerca dei documenti storici e delle fonti», secondo i modelli di Carducci, D’Ancona, Bartoli, Rajna. Nel 1880 è nominato ordinario sulla cattedra che era stata di Settembrini e l’anno dopo è eletto rettore. Viaggia spesso all’estero. Tra il 1893 e il 1904 pubblica, tra l’altro, gli Studi di letterature straniere, gli Studi di letteratura italiana e gli Studi leopardiani. Nel 1903 chiede il pensionamento anticipato e nel 1905 è nominato senatore. Avvia lavori di comparatistica, riuniti in due volumi postumi, mentre nel 1914 appare un libro di tema storico risorgimentale. La fama di Zumbini soffrì un duro colpo dalle stroncature di Croce, che non ne gradiva né il metodo né l’incomprensione di De Sanctis. Neppure i seguaci della scuola storica lo apprezzarono per il suo oscillare tra l’approccio filologico e quello estetico desanctisiano. Positiva, invece, la valutazione di Guido Mazzoni e Arturo Farinelli. Gli studi più recenti gli riconoscono il merito di aver tentato di integrare la critica estetica con le indagini storiche e di aver indicato alla critica erudita la necessità di un allargamento allo studio delle idee e delle relazioni letterarie degli autori.

Bibliografia essenziale. — Le lezioni di letteratura del prof. Settembrini e la critica italiana, Napoli 1868; Giacomo Leopardi presso i Tedeschi, Milano 1874; Saggi critici, Napoli 1876; Sulle poesie di Vincenzo Monti, Firenze 1886; Studi di letterature straniere, Firenze 1893; Studi di letteratura italiana, Firenze 1894; Studi sul Petrarca, Firenze 1895 (1a ed., Napoli 1978); Studi sul Leopardi, 2 voll., Firenze 1902-1904; Per Wolfango Goethe, Napoli 1903; W. E. Gladstone nelle sue relazioni con l’Italia, Bari 1914; Studi di letteratura comparata, a cura dell’Accademia Cosentina, Bologna 1931; Studi di critica e letteratura comparata, a cura di E. Ajello, Roma 1996. ~ Opere in rete.

[M. C. Cafisse]


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10.11.2010