Alberto Cento
si laurea a Roma nel 1945 con Pietro Paolo Trompeo con una tesi su Stendhal
moralista. Già dai primi studi si evincono le linee della sua
ricerca: perizia filologica con ricorso costante ai manoscritti, vivace
intelligenza critica, argomentazione serrata. Nella sua produzione possiamo
distinguere due fasi. Nella prima si dedica alla fine del secolo XVIII e alla prima metà del XIX,
occupandosi
in particolare di Condorcet. Diversi contributi riguardano Stendhal e i
rapporti Italia-Francia, come i saggi «Fauriel agente del romantici
italiani», «Un’ambasciatrice di Milano presso lo Stendhal: Teresa
Kramer Berra» o «Un critico francese del Manzoni: Antoinette Dupin», di cui scopre l’esistenza in tre lettere di Fauriel conservate
all’Institut de France.
La seconda fase, che si può far cominciare intorno al 1960, a parte uno
studio di grande interesse sulle due componenti, dotta e popolare, del
teatro di Molière, è incentrata su Flaubert e sui voluminosi dossier di
Bouvard et Pécuchet conservati nella Bibliothèque municipale di Rouen, in
vista di un’edizione critica del romanzo. Nel 1962
pubblica La «Dottrina» di Flaubert, sulla
formazione e la persistenza della poetica della rivolta in Flaubert, che si
mantiene sempre identica a se stessa per tutta la vita. Nel 1964 l’edizione
critica di
Bouvard et Pécuchet segna una svolta nella storia dell’esegesi
flaubertiana. Cento è il primo a porre, per Flaubert, il problema del «migliore testo». Ricorda che il romanziere faceva copiare i suoi
autografi, senza più interessarsene, e che l’edizione originale o
pre-originale è fondata sul manoscritto del copista, alterato nel tempo da
errori di trascrizione e di stampa, come dimostra il confronto con una
ventina di pagine degli autografi, delle copie e delle edizioni originali: ogni edizione seria delle opere di Flaubert deve fondarsi
sui manoscritti autografi e segnalare in apparato le varianti del
manoscritto dei copisti o delle edizioni apparse quando Flaubert era in
vita. Un lavoro «colossale», avvertiva, attende i flaubertisti per possedere le opere
dell’autore in una veste filogicamente sicura, dai primi plans ai brouillons e ai manoscritti definitivi. Nel 1967 Il
realismo documentario nell’«Éducation sentimentale», sulle
fonti del romanzo, rappresenta un’altra
importantissima tappa nella storia dell’esegesi flaubertiana. Rimaneva il
volume II di
Bouvard et Pécuchet, ma una morte prematura ha privato la
francesistica di uno studioso che ha
dato un impulso determinante alle ricerche su Flaubert e che ha tracciato un solco
nel
quale continuare a procedere.
Bibliografia essenziale. — Condorcet e l’idea di progresso, Firenze
1956; Stendhal, Il viaggio in Francia (Mémoires d’un touriste), a cura di
A. C., Venezia 1956; La «Dottrina» di Flaubert, Napoli 1962 (2 a
ed.,
1964); Gustave Flaubert,
Bouvard et Pécuchet, édition critique par A. C., precedée des
scénarios inédits, Napoli-Paris 1964; Molière. Appunti di lezioni,
vol. I [e unico], Napoli 1965; Il realismo documentario
nell’«Éducation sentimentale», Napoli 1967; Studi di letteratura
francese, Napoli 1970 (il volume, postumo, raccoglie gran parte dei
saggi apparsi in riviste e le dispense su Molière del 1965); Commentaire de «Bouvard et Pécuchet»,
publié par L. Caminiti Pennarola, Napoli 1973;
Gustave Flaubert, Le second volume de «Bouvard et Pecuchet». Le projet du
«Sottisier», édition par A. C. et L. Caminiti Pennarola, Napoli 1981.
[L. Caminiti Pennarola]
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