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Università degli Studi di
Napoli Federico II
Dipartimento di Studi
umanistici
Sezione di Filologia moderna:
italianistica, letterature europee e linguistica
I
nostri antenati
Augusto Guidi
(Roma ,
1914-1999)
Professore di Lingua e
letteratura inglese
nelle Università di Pisa, di Cagliari, di Urbino, di Padova e di Pavia; dal
1965 all’Istituto Universitario Orientale e dal 1969 al pensionamento
all’Università di Napoli (con incarichi
al Magistero Suor Orsola Benincasa di Napoli,
all’Università Maria Ss. Assunta di Roma e al Magistero di Roma) |
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Come docente e come critico Augusto Guidi ha
attraversato aree culturali diverse, contribuendo anche con la sua attività
di traduttore a far conoscere scrittori e intellettuali ancora poco noti al grande pubblico. Nel suo percorso incrocia figure
dominanti dell’anglistica italiana come Mario Praz e Gabriele Baldini. Dopo
la laurea alla Sapienza, a soli venticinque anni diventa incaricato di Lingua
e letteratura inglese all’Università di Pisa. Al periodo pisano risalgono le
prime traduzione dall’inglese, dallo svedese e dal danese e la
collaborazione alle riviste Letteratura e L’Italia che scrive.
È l’inizio di una intensa attività di critico e traduttore che spazia da
Chaucer a Shakespeare, a Keats e a Joyce, passando per Milton, Patmore,
Browning, Hopkins, Belloc, Tagore, Melville, Hemingway. L’impronta
multiculturale segna anche la sua attività di docente: dopo Pisa, insegnerà
a Cagliari, Urbino, Padova e Pavia, per passare nel 1965 all’Orientale di
Napoli su Lingua e letteratura danese
e Letteratura nord-americana. Dal 1969 fino al pensionamento insegnerà
Letteratura inglese all’Università di Napoli. Tra i suoi contributi più
significativi vanno ricordati Il primo Joyce e L’ultimo
Shakespeare, caratterizzati dal rigore dell’analisi e dalla modernità
dell’approccio, che restituiscono entrambi gli autori a una visione
complessiva della storia del periodo e del pensiero. La ricchezza dell’analisi filologica che si allaccia alle teorie
interpretative di Leo Spitzer e la fedeltà al testo rendono tuttora significativi
i suoi studi e le sue
traduzione delle poesie di John Keats e di Gerald Manley Hopkins, del quale
presenta anche il diario, le prediche e la
corrispondenza. Importanti anche i suoi contributi alla storia della
letteratura inglese, e in particolare le pagine dedicate al romanzo
del diciottesimo secolo. Scrittore egli stesso e apprezzato poeta, nel corso
degli anni ha pubblicato racconti e raccolte di versi.
Bibliografia essenziale. — John Milton, Brescia 1940; Tra letture e
lezioni di lingua inglese, Roma 1954; Il primo Joyce, Roma 1954;
Galvano e il cavaliere verde, a cura di A. G., Firenze 1958;
Occasioni americane. Saggi di letteratura americana, Roma 1958;
L’ultimo Shakespeare, Padova 1958; Galvano e il cavaliere verde, a cura di A. G., Firenze
1958;
Lirica elisabettiana, a cura di A. G., Napoli 1960;
La civiltà elisabettiana, a
cura di A. G., Milano 1962;
John Keats, Selected Poems, scelta, introduzione e note a cura di A.
G., Milano 1962;
Gerard Manley Hopkins, Poesie e prose
scelte, a cura di A. G., Parma 1965.
[A. Lamarra]
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7.2.2011 |