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Università degli Studi di
Napoli Federico II
Dipartimento di Studi
umanistici
Sezione di Filologia moderna:
italianistica, letterature europee e linguistica
I
nostri antenati
Vittorio Russo
(Napoli,
1934 -
Maratea, 1997)
Professore di Filologia romanza all’Università di Salerno dal 1961;
dal 1971 alla morte, professore di Filologia dantesca e poi di Letteratura italiana all’Università di Napoli |
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Allievo e collaboratore di Salvatore Battaglia,
è partito da interessi medievistici di area romanza, dalla narrativa di area
franco-provenzale (Roman de Flamenca, Chrétien de Troyes ecc.) alla
letteratura italiana in prosa e in versi dei primi secoli (Novellino,
Boccaccio, Rustico Filippi ecc.); per poi approdare agli studi danteschi che
hanno rappresentato il suo campo privilegiato di ricerca e di insegnamento.
Particolarmente attento all’analisi stilistica e alla semantica storica (a
cui si ispirano i Sussidi del 1966, dove emerge in particolare la
lezione di due maestri come Salvatore Battaglia e Antonino Pagliaro), ha via
via indirizzato i suoi interessi verso l’applicazione dello ‘strutturalismo
genetico’ di Lucien Goldmann, con le connesse categorie di ‘coscienza reale’
e ‘coscienza possibile’, al riesame di alcuni nodi della riflessione
filosofica e scientifica dantesca (cfr. le Esperienze del 1971 e gli
Atti del Convegno ravennate del 1995, curati in collaborazione con Patrick
Boyde) e a un recupero antiidealistico della fruizione della Commedia.
A proposito del poema, Russo elabora la sua proposta metodologica di maggior
rilievo assumendo con segno positivo, in polemica con le note riserve
crociane, la definizione di ‘romanzo teologico’, che suggerisce o
addirittura impone l’utilizzazione, per una corretta valutazione del
potenziale innovativo della Commedia, di alcuni strumenti
interpretativi messi a punto dalla più aggiornata riflessione narratologica.
Nel corso degli anni ha anche rivolto le proprie competenze specifiche e il
proprio impegno civile e didattico all’analisi dei mezzi di comunicazione di
massa (soprattutto giornali e televisione) e alla divulgazione in forma
drammatizzata del poema dantesco. Le sue ultime indagini hanno riguardato la
poesia italiana contemporanea di ispirazione civile (Pavese, Fortini,
Pasolini), confermando una tendenza, da lui sempre vivacemente perseguita, a
collegare il rigore degli studi filologico-letterari alle esigenze del
proprio presente storico.
Bibliografia essenziale. — Sussidi di esegesi
dantesca, Napoli 1966; Esperienze e/di letture dantesche, Napoli
1971; Il romanzo teologico. Sondaggi sulla «Commedia» di Dante,
Napoli 1984; Con le Muse in Parnaso. Tre studi su Boccaccio, Napoli
1987; Impero e stato di diritto. Studio su «Monarchia» ed «Epistole»
politiche di Dante, Napoli 1987; Dante
e la scienza, a cura di P. Boyde e V. R., Ravenna 1995; «Io, cupo d’amore…». Tre interventi per
Pasolini, Roma 1998; Saggi di filologia dantesca, Napoli 2000;
«La poesia del Duecento» e «Intellettuali, società e storia nell’età di
Dante, Petrarca e Boccaccio», in Storia generale della letteratura
italiana, diretta da N. Borsellino e W. Pedullà, Roma 2000, I, pp.
325-481, e II, pp. 1-30; Il romanzo teologico. Seconda serie, Napoli
2002.
[C. Calenda]
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