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Università degli Studi di
Napoli Federico II
Dipartimento di Studi
umanistici
Sezione di Filologia moderna:
italianistica, letterature europee e linguistica
I
nostri antenati
Giuseppe Toffanin
(Padova ,
1891-1980)
Professore di L etteratura
italiana all’Università di Messina dal 1923, poi di Cagliari dal 1924; infine, dal 1928 al pensionamento
(1961), all’Università di Napoli |
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Allievo all’Università di Padova di Vittorio Rossi, Giuseppe Toffanin iniziò la
sua carriera, nel 1923, all’Università di Messina; l’anno dopo si trasferì a
Cagliari. Chiamato a Napoli, nel 1928, come successore di Francesco Torraca,
fu, per oltre trent’anni, docente nell’Ateneo napoletano e, nel congedarsi
dall’insegnamento, appoggiò la candidatura di Salvatore Battaglia, che gli
subentrò nel 1961. Profondamente legato alla città di adozione, Toffanin
continuò a soggiornarvi per alcuni anni, prima di rientrare definitivamente
a Padova, dove concluse la sua esistenza nel 1980. Un rapido sguardo alla
bibliografia dello studioso (che fu, tra l’altro, autore di testi poetici,
narrativi e teatrali) evidenzia la vastità dei suoi interessi e la
molteplicità delle piste seguite: citando a caso, si potranno ricordare i
saggi su Dante, Petrarca, Pontano, Ariosto, Machiavelli, Tasso, Foscolo,
Leopardi, Manzoni, De Sanctis. Su un versante diverso, ma non certo
secondario, si colloca l’intensa attività di recensore, testimonianza di
un’attenta partecipazione al dibattito critico contemporaneo. L’originalità
del suo magistero, tuttavia, si coglie soprattutto nella capacità di
rimettere in discussione miti consolidati e schemi critici tradizionali,
prendendo le distanze tanto dallo storicismo desanctisiano quanto
dall’idealismo crociano. La scelta di un nuovo approccio metodologico è,
infatti, alla base della ben nota ridefinizione del concetto di Umanesimo,
di cui si ampliano i confini cronologici, seguendone l’accidentato percorso,
tra Duecento e Seicento, scandito nelle diverse fasi, puntualmente descritte
nei quattro volumi della Storia dell’Umanesimo, dai titoli
emblematici: Il secolo senza Roma, L’Umanesimo italiano, La
fine del Logos, L’Arcadia. All’interno di altri ambiti di
ricerca, sia pure meno privilegiati, lo studioso affronta, inoltre,
argomenti altrettanto importanti che danno alla sua riflessione critica un
respiro europeo. Attraverso gli interventi su Molière, Flaubert, Stendhal,
Tolstoi, Dostoevskij e, soprattutto, Montaigne, Toffanin rivela infatti la
propria vocazione di comparatista, gettando un seme destinato a germogliare
nel più giovane dei suoi allievi, Giancarlo Mazzacurati.
Bibliografia essenziale. — Il Romanticismo latino e «I promessi sposi»,
Forlì 1913; La fine dell’Umanesimo, Milano-Torino-Roma 1920 (rist.,
Roma 1991); Machiavelli e il tacitismo, Padova 1921 (rist., Napoli,
1972); Il Cinquecento, Milano 1928 (rist. 1934, 1938; ried. 1941,
1945, 1950, 1954, 1960, 1965, 1973); Che cosa fu l’Umanesimo, Firenze
1929; La critica e il tempo, Torino 1930; Storia dell’Umanesimo
dal XIII al XVI secolo, Napoli - Città di Castello, 1933 (l’opera ebbe
complessivamente cinque edizioni, di cui la quarta, pubblicata a Bologna nel
1950, in tre volumi: Il secolo senza Roma, L’Umanesimo italiano,
La fine del Logos; nell’ultima edizione, stampata sempre a Bologna
nel 1964, fu aggiunto un quarto volume, L’Arcadia, già edito nel
1946);
Giovanni Pontano, fra l’uomo e la natura Bologna 1938 (ried., ivi,
1939); Giacomo Leopardi, Napoli 1938; Montaigne e l’idea classica,
Bologna 1940 (ried., ivi, 1942); Il Tasso e l’età che fu sua, Napoli
1946; L’Umanesimo al Concilio di Trento, Bologna 1955; L’uomo
antico nel pensiero del Rinascimento, Bologna 1957; Perché
l’Umanesimo comincia con Dante, Bologna 1967; Sul Manzoni, Napoli
1972. ~
Opere in rete.
[A. Mauriello]
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